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Disfunzione Erettile: cerchiamo di capirci qualcosa.

  • noce86tx
  • 25 ott 2023
  • Tempo di lettura: 4 min

Uno dei problemi più preoccupanti per un uomo, eppur così poco conosciuto e poco dibattuto, forse anche per una questione di disagio ed imbarazzo. Il problema di questa patologia è che molto spesso viene scambiata per altri tipi di problemi e quindi viene trattata nella maniera errata.


Tecnicamente parlando la disfunzione erettile (ED) è definita come una rigidità peniena insufficiente a permettere rapporti sessuali. L'assenza di rigidità può essere completa, parziale o l'erezione può essere perduta prematuramente.


Erezione, eiaculazione e orgasmo sono tre cose che vanno chiarite se si parla di ED. La funzionalità sessuale maschile sana implica la possibilità di un'erezione peniena, della sensazione di orgasmo e dell'eiaculazione del liquido seminale. I differenti riflessi che coordinano queste funzioni compaiono generalmente in modo sincronizzato, ma quelli che corrispondono all'erezione peniena sono indipendenti dai riflessi relativi all'orgasmo e all'eiaculazione. L'orgasmo e l'eiaculazione sono, così, possibili anche senza erezione peniena.


A seguito dell'orgasmo si verifica un periodo di latenza durante il quale la stimolazione peniena è inefficace o meno efficace per ottenere un orgasmo ripetuto. Mutamenti nella funzionalità sessuale si manifestano con l'età. Nei giovani, l'erezione e l'eiaculazione possono verificarsi in 20-30 secondi ed il periodo di latenza è breve ma, con l'età, occorre più tempo per stimolare l'erezione ed il periodo di latenza è più lungo; gli uomini anziani hanno, talvolta, delle aspettative eccessive in questo campo. Il periodo di latenza varia a seconda dei casi, con una piccola percentuale di uomini che ha la capacità di eiaculare ripetutamente senza un periodo di latenza significativo; ciò può essere legato ai livelli di prolattina post-orgasmici (approfondisci QUI).


La verità, difficile da digerire, è che la mente gioca un ruolo incredibile sulla ED. Andrologi, urologi, endocrinologi, psicologi, per esperienza personale, sono tutti concordi sul dichiarare che l'ansia da performance contribuisce, in quasi tutti i soggetti, ad una disfunzione erettile. Negli atleti che hanno problemi d'impotenza post ciclo di anabolizzanti il più delle volte la causa è una visione distorta del proprio fisico. Il fatto di non vedersi più in forma li deprime a tal punto nel loro inconscio, da impedirgli d'approcciarsi con la partner.


La depressione poi è un circolo vizioso che mina ancor di più la funzionalità sessuale dell'uomo anche attraverso altre vie, come le sostanze stupefacenti. Spesso chi è depresso ricorre a sostanze stupefacenti per sentirsi meglio, ma quest'ultime agiscono esattamente nel modo opposto. Sostanze quali l'alcol, i barbiturici, la cocaina, l'eroina, il metadone e l'oppio possono causare una stimolazione sessuale iniziale, ma l'effetto cronico è quello di provocare una riduzione di quasi tutti i settori della funzione sessuale, compreso un aumento del periodo di latenza.


Vi sono poi cause di tipo anatomico (congenite o acquisite), cause di origine vascolare, cause di origine nervosa e cause di origine endocrina. Le cause endocrine comprendono l'insufficienza ipofisaria che induce un deficit di secrezione dell'ormone luteinizzante (LH). La ED può essere associata anche a iperprolattinemia, a prolattinoma o ad altre lesioni della sella turcica. Ovviamente l'insufficienza testicolare con scarsa produzione di testosterone può provocare una ED, come accade durante la soppressione HPTA post ciclo di steroidi anabolizzanti (importanza di una PCT fatta bene se non si vuol ricorrere alla TRT, approfondisci QUI).


Esiste una credenza secondo la quale il deficit di testosterone durante l'invecchiamento sia la causa più frequente di ED e possa essere corretta con un trattamento sostitutivo con testosterone (TRT, approfondisci QUI) mentre, in realtà, la ED derivante da un deficit androgenico è relativamente rara rispetto alla ED di origine vascolare. Quindi tutti i senior che si fiondano sul testosterone enantato non è detto che risolvano il loro problema a letto. Un certo numero di soggetti anziani presenta un deficit di androgeni ma, se lo sviluppo di questo deficit è stato lento, solo una piccola parte di essi si consulterà per disturbi della sessualità a causa dell'assenza concomitante di libido. L'esempio del vecchietto arrapato calza a pennello in questo caso. Al contrario, gli uomini anziani (o meno anziani) con ED di origine endocrina a evoluzione rapida, dove il calo del testosterone è stato repentino, sono più inclini a consultare il medico.


La risposta alla terapia con inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 (PDE5) migliora se il deficit parziale di androgeni viene corretto (approfondisci QUI); tuttavia, oltre i 50 anni, prima di intraprendere un trattamento androgenico conviene escludere un cancro della prostata attraverso l'esplorazione rettale e il controllo dell'antigene specifico della prostata (PSA) a 6 mesi dall'inizio del trattamento. Motivo per il quale molti dottori, di concetto, non "amano" la TRT è preferiscono provare a curare la ED inizialmente con i soli PDE5.


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La verità è che, dopo i fattori psicologici, la ED di origine vascolare è la causa più frequente di problemi di erezione negli anziani e meno anziani. I fattori di rischio per i problemi di erezione includono il sovrappeso, l'ipertensione, il diabete e il fumo; essi sono gli stessi fattori di rischio dell'infarto del miocardio e dell'ictus. La ED che compare nei soggetti intorno ai 40-50 anni può essere l'indizio di un'insufficienza circolatoria e una buona ragione per controllare lo stato circolatorio, tra cui la pressione arteriosa e la colesterolemia (approfondisci QUI). Esistono delle prove secondo le quali la comparsa di una ED può precedere di qualche anno una trombosi coronarica; ciò rappresenterebbe un'opportunità per intervenire e per tentare di prevenirla.


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Attenzione! Le informazioni contenute in questo articolo e nel Sito più in generale non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.


Tratto da "Andrologia clinica" Wolf-Bernhard Schill, Frank H. Comhaire e Timothy B. Hargreave. Edizione italiana a cura di Andrea Lenzi e Andrea M. Isidori.




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