top of page

ROID RAGE, Neurotossicità ed Ansia da Steroidi: come Nascono e come si Scatenano.

  • noce86tx
  • 11 dic 2024
  • Tempo di lettura: 7 min

Gli steroidi anabolizzanti-androgeni (AAS) quando vengono utilizzati a dosaggi elevati - ci tengo a precisarlo - causano dei cambiamenti nell'umore e nel comportamento. Questo si traduce in depressione, impulsività, aggressività, insonnia; in pratica: la rabbia da steroidi (roid rage). Alterazioni della personalità che hanno portato ad un crescente interesse da parte dei ricercatori per l'effetto di dosi così elevate di AAS sulla chimica del cervello e sui processi comportamentali che scaturiscono da essa.

L'azione degli androgeni è legata alla loro capacità di legarsi ed attivare specifici recettori, i recettori degli androgeni (AR) per l'appunto, che nel cervello hanno la densità più elevata nell'ipotalamo, coerentemente con le influenze androgeniche sulla regolazione della secrezione di gonadotropine e sui comportamenti riproduttivi (libido, etc.).

Livelli relativamente elevati di AR e del suo mRNA si trovano anche in alcune regioni della corteccia e dell'ippocampo, suggerendo che l'AR potrebbe essere coinvolto in un'ampia varietà di funzioni neurali. L’RNA messaggero (mRNA) è una sorta di "postino" che trasmette messaggi alle cellule; perché la procedura per la produzione delle proteine viene “custodita” sì nel DNA, ma è poi l’RNA messaggero che la distribuisce in tutte le cellule dando informazioni circa il momento e il luogo di produzione.

Una volta legati dai loro ligandi, gli AR agiscono come fattori di trascrizione nucleare che provocano l'espressione di geni sotto il controllo degli elementi di risposta agli steroidi, entro un arco di tempo che inizia dopo poche ore dal legame degli AAS agli AR, ma impiega comunque molto tempo a palesare i suoi effetti. Si suppone che questo percorso sia alla base degli effetti a medio e lungo termine degli ormoni steroidei (come la regolazione della secrezione degli ormoni ipofisari o la differenziazione sessuale dei circuiti cerebrali). Tuttavia, i ben noti effetti a breve termine degli steroidi hanno portato a ipotizzare l'esistenza di altri recettori (i cosiddetti recettori steroidei non classici) situati all'interno della membrana. Anche i seguenti recettori agiscono nello stesso modo: acido γ-amminobutirrico (GABA) di tipo A e B (recettore GABA-A, recettore GABA-B), serotonina di tipo 3 (5-HT3), N-metil-D-aspartato (NMDA), acido alfa-ammino-3-idrossi-5-metil-4-isoxazolopropionico (AMPA), recettore kainato e un recettore intracellulare atipico come il sigma 1.

Gli studi hanno indicato una modulazione dipendente dagli androgeni del recettore N-metil-d-aspartato (NMDA) nelle regioni cerebrali coinvolte in alcuni degli effetti degli AAS sul sistema nervoso centrale (SNC). Si ritiene che l'ipotalamo svolga un ruolo importante nell'espressione del comportamento aggressivo, pensate che questa regione cerebrale può elaborare le informazioni che riguardano il comportamento di rabbia difensiva e la premeditazione di un atto violento. In tutto questo il recettore NMDA ha dimostrato di essere coinvolto in molte di queste risposte. I recettori NMDA hanno un impatto sui processi cognitivi e nelle malattie neurodegenerative (Alzheimer, Huntington e morbo di Parkinson). Da qui, in parte, si spiega il ricorso off-label da parte di culturisti professionisti alla Memantina. La memantina è un farmaco antagonista del recettore N-metil-D-aspartato, utilizzato per rallentare la neurotossicità ritenuta coinvolta nella malattia di Alzheimer e altre malattie neurodegenerative. Memantina che pare sia una tendenza anche tra chi è interessato a migliorare il proprio rendimento scolastico. La memantina ha un'affinità da bassa a moderata per i recettori NMDA, non sembra bloccare la normale trasmissione del glutammato; piuttosto, riduce l'anomala attivazione dei recettori mediata dal neurotrasmettitore, riducendo così potenzialmente il danno neuronale eccitotossico. Questa forma di neuroprotezione può spiegare il miglioramento delle capacità cognitive nei pazienti con AD riportato in letteratura.


Il mio libro disponibile su Amazon
Il mio libro disponibile su Amazon


Dagli studi si è visto che il trattamento cronico con nandrolone ha determinato una compromissione specifica dell'espressione tissutale dei tre mRNA delle subunità NMDA studiati. Nell'ippocampo sia la dose più bassa che quella più alta di nandrolone hanno ridotto significativamente il livello di mRNA NR2A, mentre i livelli di mRNA NR1 e NR2B non sono stati influenzati. Pertanto, potrebbe essere che il nandrolone (e potenzialmente i suoi derivati) possa a tutti gli effetti alterare il profilo neurochimico del recettore NMDA, corrispondente all'effetto recentemente riportato del Dianabol sui recettori GABAA corticali. Sia l'ipotalamo che l'ippocampo siano coinvolti nell'anatomia funzionale del comportamento aggressivo. Nella reazione rabbiosa, l'ipotalamo è presumibilmente attivato attraverso un percorso che ha origine nei nuclei amigdaloidei. Tornando brevemente sul discorso GABA e Dianabol, sappiamo che le ricerche condotte in laboratorio hanno dimostrato che il trattamento cronico di ratti maschi adulti con questo steroide anabolizzante-androgeno ha prodotto un comportamento ansiolitico e aumentato la risposta funzionale dei recettori corticali dell'acido gamma-amminobutirrico (A) (GABA(A)). Tutte queste interazioni neurochimiche spiegano gli effetti comportamentali più comuni associati all'uso di steroidi androgeni anabolizzanti, che sono appunto fluttuazioni dell'ansia, dell'aggressività e dei comportamenti riproduttivi (sbalzi nella libido), tra cui la ricettività sessuale. Di basilare importanza è che capiate che l'esposizione agli AAS altera la trasmissione GABAergica e l'attività neurale all'interno delle regioni del proencefalo. Il GABA contribuisce a ridurre l'ansia, migliora la qualità del sonno, riduce la pressione sanguigna ed allevia il dolore cronico. Non a caso, chi abusa di AAS dichiara molto spesso d'essere ansioso, di far fatica a dormire e di avere una elevata pressione del sangue (che ovviamente dipende anche da altri fattori). Motivo per il quale spesso si nota il ricorso a prodotti come l'Alprazolam (Xanax®), che funziona aumentando l'effetto del GABA e aiuta molti users a prendere sonno o placare gli stati d'ansia. Qui dovrebbe accendersi un campanello d'allarme nel lettore (potenziale utilizzatore), ovvero, se siete già tendenzialmente ansiosi evitate categoricamente il ricorso agli AAS, perché non possono far altro che peggiorare la situazione. L'idea che utilizzo di AAS posso contribuire indistintamente ad aumentare la vostra autostima e sicurezza in voi stessi è sbagliata, perché ognuno di noi reagisce in maniera differente agli squilibri nella chimica del cervello, anche se il protocollo è ormonalmente ben bilanciato (giusta ratio tra androgeni/estrogeni, corretto timing delle somministrazioni, dosaggi consoni e quant'altro).


Il mio libro disponibile su Amazon
Il mio libro disponibile su Amazon


In conclusione, i meccanismi d'azione "classici" dell'AAS implicano il legame degli steroidi agli AR, tuttavia, i meccanismi "caleidoscopici" dell'attività degli AAS sono ancor più complicati dal fatto che alcuni steroidi coinvolgono risposte di meccanismi non classici e non genomici.

The different mechanisms of AAS neurotoxicity. Curr Neuropharmacol. 2015 Jan;13(1):132–145.
The different mechanisms of AAS neurotoxicity. Curr Neuropharmacol. 2015 Jan;13(1):132–145.

Orlando et al. hanno studiato l'effetto di alcuni AAS (testosterone, nandrolone, stanozololo e gestrinone) sulla morte neuronale eccitotossica indotta da N-metil-d-aspartato (NMDA) in colture primarie di cellule corticali di topo. Il termine "eccitotossicità" è stato coniato da John Olney per descrivere uno specifico percorso di morte neuronale indotto da una stimolazione eccessiva dei recettori del glutammato, con conseguente afflusso eccessivo di Ca 2+ attraverso i canali ionici associati ad un recettore. Gli autori di questi studi hanno dimostrato che solo concentrazioni molto elevate di testosterone erano in grado di amplificare l'eccitotossicità neuronale; al contrario concentrazioni di testosterone più basse sembravano essere protettive. Tuttavia, la presenza di inibitori dell'aromatasi ha reso neurotossiche anche le concentrazioni più basse di testosterone, suggerendo quindi che l'aromatizzazione del testosterone in 17β-estradiolo potrebbe controbilanciare la sua tossicità intrinseca. Questi risultati hanno portato all'ipotesi che gli AAS aumentino la vulnerabilità neuronale agli insulti eccitotossici e possano quindi indurre la morte neuronale osservata nelle malattie neurologiche acute o croniche. Sostanzialmente sì, gli AAS sono neurotossici ed inducono neurodegenerazione. Giusto ricordare inoltre che la complessità dei meccanismi di neurotossicità indotta da AAS implica lo stress ossidativo poiché l'apoptosi stessa può essere indotta dallo stress ossidativo. Uno squilibrio del sistema redox con un eccesso di specie reattive dell'ossigeno (ROS) e specie reattive dell'azoto (RNS) può contribuire al danno e alla morte delle cellule neuronali ed è stato associato all'apoptosi. Motivo per il quale mi sento sempre di consigliare prodotti integrativi antiossidanti, soprattutto negli sportivi e soprattutto se quest'ultimi fanno uso di anabolizzanti. Non c'è uno studio in cui non si noti un potenziale ruolo degli androgeni nella neurodegenerazione mediata dallo stress ossidativo. Osservazioni cliniche supportano ulteriormente questa ipotesi, visto che rispetto alle donne, gli uomini hanno una maggiore incidenza di ictus post-ischemico (Parkinsonismo), una condizione neurodegenerativa in cui lo stress ossidativo è fortemente implicato nella progressione della morte cellulare. Inoltre, alla stessa età, gli uomini hanno una maggiore incidenza di malattie neurodegenerative come il Parkinson rispetto alle donne.

L'approccio terapeutico multiforme alla neuropatia evocata dall'abuso di AAS si concentra su strategie di trattamento "tradizionali" e meno tradizionali. La prima strategia è ovviamente quella d'impedire al soggetto di abusare di questi prodotti. Come praticamente in tutto, la dose è il primo fattore che determina il veleno. Dosaggi "pesanti" e protocolli chimici duraturi hanno senza ombra di dubbio un impatto più rilevante. Secondo punto, ripristinare il normale metabolismo e correggere le carenze nutrizionali è un ulteriore passo fondamentale perché l'abuso di droghe può causare insufficienze nutrizionali. Anche il supporto psicologico e familiare svolge un ruolo molto efficace. Un'altra potenziale strategia è il potenziale della modulazione epigenetica nel ridurre il rischio di sviluppare l'encefalopatia evocata dall'abuso di droghe. Infine, nuove strategie terapeutiche implicano il complicato targeting della disfunzione genomica, metabolica e mitocondriale che determina un aumento dell'eccitotossicità, una riduzione della produzione di energia e un abbassamento del potenziale antiossidante.


Il mio libro disponibile su Amazon
Il mio libro disponibile su Amazon



Il mio libro disponibile su Amazon
Il mio libro disponibile su Amazon


Attenzione! Le informazioni contenute in questo articolo e nel Sito più in generale non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. 


Riferimenti


  • Effects of an anabolic-androgenic steroid on the regulation of the NMDA receptor NR1, NR2A and NR2B subunit mRNAs in brain regions of the male rat - Pierre Le Greve`s et al. 1997

  • Neurotoxicity by Synthetic Androgen Steroids: Oxidative Stress, Apoptosis, and Neuropathology: A Review Cristoforo Pomara et al. 2015 PMCID: PMC4462038 PMID: 26074748

  • Handa, R.J., Reid, D.L. and Resko, J.A., Androgen receptors in brain and pituitary of female rats: cyclic changes and comparisons with the male, Biol. Reprod., 34 (1986) 293–303.

  • Simerly, R.B., Chang, C., Muramatsu, M. and Swanson, L.W., Distribution of androgen and estrogen receptor mRNA-containing cells in the rat brain: an in situ hybridization study, J. Comp. Neurol., 294 (1990) 76–95.

  • https://www.degruyter.com/document/doi/10.7556/jom_2006_06.0005/html?srsltid=AfmBOopYvJu8yDQqY83x2Y5mFhRHcX4x3ynodkLn5rXETBqICpYkesxv


Comments


WhatsApp 349 3278797

  • alt.text.label.Instagram

©2022 by Davide Nosè Coaching. Creato con Wix.com

bottom of page