Stress, Disturbi Alimentari e aderenza alla Dieta
- noce86tx
- 23 mar 2023
- Tempo di lettura: 4 min

Non ci pensa (quasi) mai nessuno a questa cosa prima d'iniziare un regime dietetico. Nessuno si mette nei panni di colui/colei che dovrà cambiare radicalmente le proprie abitudini alimentari dall'oggi al domani. Nessuno si chiede mai: "sono psicologicamente pronto a cambiare vita?", perché di questo stiamo parlando.
Lo stress definito da Hans Selye (1950), che per primo introdusse tale concetto in medicina, è una sorta di reazione aspecifica da parte dell'organismo nei confronti di uno o più agenti stressanti di varia natura. Lo stress non è altro che la prima sollecitazione che l’organismo subisce quando vi è un cambiamento nell’equilibrio tra organismo e ambiente e si verifica quando le esigenze di un individuo superano quelle delle risorse e delle capacità di farvi fronte.
È stato dimostrato che lo stress cronico e i disturbi mentali possono incrementare l'infiammazione attraverso i percorsi biologici del sistema simpatico, lo stress ossidativo, l'attivazione del fattore di trascrizione-ĸB e le citochine pro-infiammatorie1. Questo tipo di osservazioni ha suscitato un considerevole interesse scientifico al fine d'esplorare ulteriormente la cosa e ottenere una visione della relazione tra stress, salute e benessere nel corso della vita.
Lo stress può turbare (sino ad interrompere) l'omeostasi fisiologica del nostro corpo e del nostro cervello, con la conseguente attivazione di meccanismi neurali ed endocrini atti a ristabilire tale omeostasi. Questa risposta allo stress è altamente adattativa, con due percorsi primari interagenti: il sistema nervoso autonomo (SNA), quella parte del sistema nervoso periferico che controlla le funzioni degli organi interni (come cuore, stomaco e intestino) e alcuni muscoli, e l'asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). Durante i periodi di stress acuto si attiva il ramo simpatico del SNA (noto come sistema nervoso simpatico (SNS)). I segnali vengono inviati attraverso i nervi autonomi alle ghiandole surrenali, che rispondono rilasciando catecolamina epinefrina (adrenalina) e norepinefrina (noradrenalina) nel sistema circolatorio. Questi ormoni provocano diversi cambiamenti fisiologici, come l'aumento della frequenza cardiaca, e regolano i diametri dei vasi sanguigni per reindirizzare il flusso sanguigno ai muscoli, al cuore e al cervello.
L'asse HPA, un gruppo di ghiandole che secernono ormoni dal sistema nervoso ed endocrino, stimola la produzione di glucocorticoidi (GC) proprio durante i periodi di stress. In questa fase, avviene il rilascio dell'ormone adrenocorticotropo (ACTH). L'ACTH innesca la produzione di GC come il cortisolo nella corteccia surrenale.
Lo stress può quindi attivare risposte sia fisiologiche che comportamentali che influenzano la salute generale dell'individuo. Il paradosso in tutto questo è che tali risposte, sto parlando dal punto di vista comportamentale, possono essere diametralmente opposte. Sotto stress ci possiamo trovare davanti ad un individuo che smette di mangiare oppure ad uno che si getta a capofitto sul cibo2. Sebbene la relazione tra stress e comportamento alimentare sia complessa e si sappia poco su ciò che determina la scelta tra smettere di mangiare o mangiare eccessivamente, i cambiamenti fisiologici sembrano essere una costante imprescindibile. Per farla breve: iniziare una dieta, che sia ipocalorica o ipercalorica, in uno stato di stress, potrebbe rivelarsi un'idea fallimentare.
A mio avviso chi si approccia a questo stile di vita (fitness) dovrebbe farlo in maniera graduale e non da zero a cento. Le persone che mettono piedi per la prima volta in palestra dovrebbero astenersi dall'iniziare a seguire al contempo una dieta troppo restrittiva. Dovrebbero limitarsi a mangiare in maniera sana, ma senza diventare subito maniacali; è già sufficiente lo stress della nuova vita in palestra.
I disturbi alimentari sono frutto di una serie innumerevole di fattori interni ed esterni. Aldilà delle predisposizione genetica e della suscettibilità recettoriale a determinati ormoni, ci sono fattori al di fuori della chimica del nostro cervello che possono influenzare pesantemente l'approccio che abbiamo con il cibo.

Fattori Psicologici
Eviterei di approcciarmi ad un regime dietetico in una fase transizione di vita (trasloco, cambio casa, arrivo di un figlio, ...). L'utente o il trainer deve avere un'idea chiara di chi si trova davanti, evitare diete al grammo su persone eccessivamente maniacali perché quest'ultimi finirebbero per stressarsi involontariamente pesando anche l'ultimo chicco di riso. Regimi alimentari restrittivi sono spesso fallimentari anche per coloro il cui unico scopo e compiacere il (o i) partner, dal momento che deve essere chiara che la privazione di una libertà come quella del cibo deve essere fatta solo per motivi personali. Anche la vulnerabilità emotiva dell'individuo è un fattore molto importante da tenere in considerazione, poiché spesso gli fa dubitare di quello che sta facendo e di come lo sta facendo.
Cause Esterne / Convivenza Sociale
Dovete mettere in conto a priori che l'approccio ad un regime dietetico vi esclude dalla vita sociale come la conosciamo tutti. Dagli studi sappiamo che l'approccio con i colleghi di lavoro e la famiglia è lo scoglio più prominente verso l'aderenza alla dieta. Le voci di persone abituate a vedervi in un determinato modo hanno un peso considerevole, dal momento che costoro si ritrovano accanto una persona sostanzialmente diversa da quella con il quale erano abituate ad approcciarsi. Le mode, i media e la pressione socio-culturale verso modelli prestabiliti è una delle motivazioni più sbagliate per il quale iniziare una dieta. Di concetto, se non dobbiamo cambiare vita per gli altri, figuriamoci se dobbiamo farlo per seguire una moda, che come sappiamo può cambiare dalla sera alla mattina.
Questi ed altri fattori non devono essere la scusa per desistere da uno stile di vita sano, ma sono cose con il quale dovete fare i conti a priori, prima d'iniziare qualcosa che potrebbe sfociare in seguito in un'interruzione del progetto (nella migliore delle ipotesi) o in gravi disturbi alimentari.
Consigli su una integrazione alimentare efficace per gestire lo stress li potete trovare QUI.
Attenzione! Le informazioni contenute in questo articolo e nel Sito più in generale non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica.
Riferimenti Parziali
Eating Disorders - 2023 Editors: Vinood B. Patel, Victor R. Preedy
https://www.stateofmind.it/2015/03/stress-fronteggiamento/
1 Kiecolt-Glaser JK (2010) Stress, food, and inflammation: psychoneuroimmunology and nutrition at the cutting edge. Psychosom Med 72(4):365–369
2 Torres SJ, Nowson CA (2007) Relationship between stress, eating behaviour, and obesity. Nutrition 23(11–12):887–894
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